SERVIZI DI OSTEOPATIA

Principali e più frequenti indicazioni per il trattamento osteopatico

Possono beneficiare del trattamento osteopatico neonati, bambini, giovani ed anziani, ovvero persone di qualsiasi età impegnate in ogni tipo di professione od attività.

Il trattamento manipolativo osteopatico si prefigge lo scopo di ridurre il dolore, aiutare il paziente nel migliorare lo svolgimento delle abituali attività della vita quotidiana e di conseguenza, incrementare lo stato di salute.

Il bagaglio di tecniche di cui l’osteopata si avvale per ripristinare la fisiologica funzionalità del corpo, comprende molteplici possibilità terapeutiche, che consentono di proporre il trattamento più indicato per il paziente in esame.

I diversi tipi di tecniche correttive sono:I diversi tipi di tecniche correttive sono:

  • L’osteopatia può essere utile in caso di:
  • Lombalgia, Cervicalgia o dolori vertebrali in genere;
  • Disturbi a carico degli arti superiori (spalla, gomito, polso, mano)
  • Disturbi a carico degli arti inferiori (bacino, anca, ginocchio caviglia e piede)
  • Dolori legati a posture scorrette
  • Traumi sportivi e non
  • Cefalea ed emicrania
  • Sindrome del “colpo di frusta”
  • Otiti
  • Vertigini
  • Sinusiti,
  • Stipsi
  • Asma
  • Dolori mestruali
  • Donne in gravidanza
  • Disturbi dell’età pediatrica e neonatale
  • Aderenze cicatriziali
  • Altre problematiche

“Il compito del medico è trovare la salute. Tutti sanno trovare la malattia.“

A.T.Still

Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT)

Il trattamento manipolativo osteopatico (OMT) è una terapia non invasiva. L’osteopata usa l’OMT per valutare, fare diagnosi, trattare, ma anche prevenire in taluni casi, la malattia. Attraverso un esame strutturale, grazie al quale l’osteopata valuta la postura, i vari distretti corporei (colonna, tronco ed arti) e l’equilibrio. Sempre attraverso la palpazione, l’osteopata può individuare cambiamenti dello stato dei tessuti (come ad esempio densità, calore, rossore,…) che possono essere segno di disfunzione. Al termine dell’esame strutturale, le informazioni ricavate vengono integrate con l’anamnesi e l’esame fisico completo del paziente (esami strumentali e di laboratorio). Conseguentemente a ciò si stabilisce un piano di trattamento. Il trattamento manipolativo osteopatico si avvale di differenti tecniche manipolative, che l’osteopata può utilizzare adattandole alla situazione clinica di ogni singolo paziente. Lo scopo è quello di manipolare le zone disfunzionali del corpo ritenute l’origine del sintomo lamentato dal paziente, per trattare le anormalità tissutali riscontrate durante la fase di valutazione. Con queste manipolazioni che coinvolgono la rete di connessione tra ossa, muscoli, sistema nervoso e vascolare,, l’osteopatia si prefigge di favorire la naturale tendenza del corpo verso l’autoguarigione e l’equilibrio al fine di raggiungere e mantenere un più elevato livello di salute. In relazione al tipo di problematica, il paziente può necessitare di un diverso numero di trattamenti.

TECNICHE MANIPOLATIVE OSTEOPATICHE

‘Gli osteopati lavorano con le loro mani usando una vasta varietà di tecniche di trattamento, queste possono includere delle tecniche sui tessuti molli, delle tecniche di mobilizzazione articolare passiva oppure delle tecniche thrust ad alta velocità, finalizzate ad aumentare la mobilità ed il range di movimento dell’articolazione. Le tecniche di rilasciamento dolce sono usate di frequente, in particolare quando l’osteopata tratta i bambini ed i pazienti anziani, questo permette al corpo di ritornare alla normale efficienza funzionale.’

General Osteopathic Council – UK

Il bagaglio di tecniche di cui l’osteopata si avvale per ripristinare la fisiologica funzionalità del corpo, comprende molteplici possibilità terapeutiche, che consentono di proporre il trattamento più indicato per il paziente in esame.

I diversi tipi di tecniche correttive sono:

  • TECNICHE SUI TESSUTI MOLLI, lavoro di stretching, pressioni profonde e trazioni a livello di muscoli, tendini, legamenti, cute e fasce. Vengono utilizzate per il loro effetto meccanico, circolatorio (favoriscono il ritorno venoso e linfatico con effetto decongestionante sui tessuti) e neurologico.
  • TECNICHE ARTICOLATORIE, procedure che si prefiggono il recupero del range articolare, della simmetria di movimento con un conseguente sollievo del paziente.
  • TECNICHE AD ENERGIA MUSCOLARE, volte alla diminuzione del tono muscolare ed al recupero dell’elasticità muscolare e dell’arco di movimento articolare.
  • TECNICHE AD ALTA VELOCITA’-BASSA AMPIEZZA (THRUST), per il recupero articolare ed il conseguente miglioramento dell’edema localizzato all’articolazione, legato allo stato infiammatorio, e del metabolismo tissutale periarticolare. Questi effetti, sembrano essere legati ad un ristabilirsi delle corrette informazioni neurologiche articolari.
  • TECNICHE FUNZIONALI INDIRETTE, tecniche eseguite in direzione opposta alla barriera restrittiva, accompagnando il movimento ‘permesso’ dall’articolazione, alla ricerca di punti neutri (punti di assenza di tensione). L’osteopata utilizza queste tecniche con lo scopo di riequilibrare le afferenze neuromuscolari, al fine di rimodulare l’attività muscolare e di conseguenza migliorare il range articolare.
  • TECNICHE DI RILASCIAMENTO MIOFASCIALE. Si tratta di una combinazione di tecniche a forza estrinseca ed intrinseca; si esercitano, infatti, trazioni e compressioni, mobilizzazioni contro barriera restrittiva oppure verso la barriera fisiologica; si ricerca il bilanciamento delle tensioni fasciali seguendo il movimento inerente del tessuto (espressione del metabolismo tissutale della zona in oggetto, risultato del ritmico cambiamento del tono muscolare, della pulsazione arteriosa e della variazione del relativo tono vasale, della respirazione toracica e dalla forza dell’Impulso Ritmico Cranico).
  • TECNICHE CRANIOSACRALI; tecniche peculiari dell’approccio osteopatico. Si tratta di un metodo olistico di cura della salute, che pone l’accento sull’aiutare l’espressione e ripristinare la corretta funzionalità e vitalità del Movimento Respiratorio Primario (MRP), attraverso la manipolazione delle ossa del cranio e del sacro. L’MRP è uno dei ritmi autonomi ed involontari del nostro organismo, come ad esempio il battito cardiaco e la respirazione toracica, ed è la manifestazione palpabile della fluttuazione del liquido cerebrospinale e della motilità del sistema nervoso centrale, resa possibile dalla mobilità delle membrane intracraniche ed intraspinali (membrane a tensione reciproca), delle suture craniche e del sacro tra le ossa iliache.
  • TECNICHE VISCERALI, l’osteopatia in ambito viscerale prevede l’applicazione delle diverse tecniche osteopatiche agli elementi di sostegno e di connessione dei visceri stessi. Queste strutture sono rappresentati da legamenti, fasce e mesi. Questi sono i responsabili dei rapporti di continuità tra i visceri e le pareti delle cavità che li accoglie, rappresentate dallo scheletro. Tensioni delle strutture di sostegno dei visceri, sono in grado di condizionare la posizione, la mobilità e, di conseguenza, la funzione del viscere. La disfunzione somatica di origine viscerale, sia per i rapporti anatomici, sia per i riflessi viscero-somatici ( legati al metamero d’innervazione), può influenzare postura e mobilità della struttura corporea.
  • TECNICHE LINFATICHE, il sistema linfatico è conosciuto come il secondo sistema circolatorio del corpo umano e come il più importante mezzo d’integrazione di tutti i fluidi corporei. È quindi di fondamentale importanza il corretto fluire ed un adeguato drenaggio della linfa attraverso i vari distretti corporei. Il trattamento manipolativo osteopatico può condizionare ed aiutare il movimento che promuovo le appropriate dinamiche dei fluidi.

 

Osteopatia e Gravidanza

FISIO1Durante la gravidanza il corpo della donna subisce profonde trasformazioni.Nei mesi che vanno dal concepimento al parto, infatti,  la donna attua una serie di cambiamenti strutturali sia anatomici sia fisiologici, principalmente allo scopo di creare la quantità di spazio necessaria allo sviluppo ed alla crescita del bambino, ma anche di preparazione alle successive attività che l’aspetteranno nel suo nuovo ruolo di mamma, come ad esempio l’allattamento. Il corpo della donna quindi adatta la sua struttura alla continuamente nuova situazione durante i 9 mesi, cercando di mantenere il miglior equilibrio possibile. Lo sviluppo del bambino nel grembo materno, porta ad un inevitabile spostamento del centro di gravità della struttura corporea materna, ciò comporta importanti cambiamenti strutturali, che dovranno trovare la giusta possibilità di adattamento del corpo materno.La capacità di adattamento del corpo materno, in questo caso, è di fondamentale importanza. Durante la gravidanza, possono presentarsi migliaia di diversi schemi di adattamento alle nuove situazioni, ma, a volte capita che, una qualunque parte della struttura perda la sua naturale possibilità di adeguarsi al cambiamento, creando un conflitto funzionale. Ciò può comportare nella mamma la comparsa di segni di discomfort, con l’associazione di compensi funzionali, che possono portare a disagi fisici, come ad esempio lombalgie, lombosciatalgie, cervicalgie, dorsalgie, cefalee, ecc. Allo stesso modo il nascituro si troverà obbligato ad adattarsi ad uno spazio non del tutto simmetrico e confortevole e si troverà ad esempio, ad assumere posizioni anomale e scorrette, mantenute nel tempo a causa di una diminuita possibilità di movimento. L’osteopatia nella donna in gravidanza, si pone come scopo la ricerca del miglior stato di salute possibile nella madre, affinchè il bambino possa crescere e svilupparsi in un ambiente il più possibile confortevole.

Inoltre, attraverso il trattamento manipolativo, l’osteopata si propone di aiutare a preparare la pelvi ed il bambino al parto. Le strutture anatomiche più coinvolte durante la crescita del feto e durante il parto sono componenti  ossee come il bacino (osso sacro, ilei, pube, coxo-femorali e coccige), componenti connettivo-muscolari (aponeurosi toraco-lombare, legamenti ileolombari, legamenti sacro-iliaci, sacro-spinosi e sacro-tuberosi) e componenti viscerali (utero, diaframma respiratorio e diaframma pelvico). Se tali strutture non sono in posizione anatomica simmetrica, non hanno la giusta tensione ed la sufficiente possibilità di movimento possono non consentire una corretta dilatazione, indispensabile per un parto fisiologico, rendendo il travaglio e la fase di espulsione più lunga, dolorosa e faticosa per entrambi i protagonisti di questo momento straordinario. Inoltre, la correzione delle disfunzioni delle strutture legate al parto attraverso il trattamento manipolativo osteopatico, consente al feto di discendere in una cavità pelvica il più possibile simmetrica e funzionale, riducendo così le forze compressive che il suo corpo deve affrontare durante il parto. Lo scopo del trattamento osteopatico è quindi quello di donare alla mamma un benessere ed un equilibrio che le permetteranno di vivere una gravidanza serena, accompagnandola ad un parto il più possibile naturale e privo di complicazioni.

 

Osteopatia e Pediatria

FISIO2Gravidanza e parto rientrano in un ambito di normalità e fisiologia, ma possono essere sovente eventi stressanti sia per il neonato, sia per la mamma. Sia che il parto avvenga in maniera naturale (parto eutocito) o che sia necessario intervenire chirurgicamente con un taglio cesareo, possono in taluni casi  presentarsi disfunzioni di interesse osteopatico. Il parto eutocito comporta uno stress fisiologico ed anatomico importante sia nella mamma sia nel bambino. Nella normale fisiologia il cranio del bambino, subisce delle importanti forze compressive, alle quali è in grado tranquillamente di adattarsi, modellandosi alle varie condizioni che incontra durante la discesa nel canale. Quando però la discesa del feto nel canale uterino ed il parto risultano difficoltose, lunghe o complicate da asimmetrie, tensioni o restrizioni di mobilità del bacino materno, le strutture corporee coinvolte nel parto vengono spinte oltre la barriera fisiologica di movimento, causando l’insorgere di disfunzioni somatiche. È però importante sapere che il passaggio della testa nel canale del parto determina un modellamento delle ossa craniche e le spinte determinate dalle contrazioni dell’utero sul feto, producono degli stimoli meccanici sull’intero corpo del nascituro, fondamentali per il corretto sviluppo e la normale crescita del bambino. Il parto cesareo, sebbene considerato più “comodo” per il bambino e meno doloroso per la madre, non da la possibilità al corpo del neonato di ricevere le fisiologiche stimolazioni che otterrebbe impegnando il canale uterino, anzi, a volte riceve anziché delle spinte compressive, delle forze di  trazione. Quando il cesareo è reso indispensabili dalle condizioni cliniche, l’intervento dell’osteopata sarà necessario per favorire una crescita il più possibile fisiologica e naturale.

L’osteopatia può intervenire sul neonato e sul bambino sia a scopo preventivo, sia curativo.

A titolo preventivo, si prefigge di riequilibrare le suture craniche, che durante il parto sono sottoposte ad importanti forze di compressione e che spesso danno luogo a restrizioni della fisiologica mobilità od addirittura ad accavallamenti. Queste disfunzioni non sempre si risolvono spontaneamente e completamente e durante lo sviluppo del neonato, potranno evolvere in diverse disfunzioni causando anche problematiche di tipo visivo ed occlusale. Mentre le alterazioni a carico della colonna e del sacro possono dare luogo a manifestazioni posturali che si evidenzieranno durante la crescita come scoliosi e dismetrie degli arti inferiori.

 A titolo curativo, l’osteopata, può intervenire in caso di:

  • disturbi enterici, ad esempio nelle coliche addominali,
  • difficoltà di suzione e conseguentemente, difficoltà in fase di allattamento e di crescita,
  • problematiche a livello diaframmatico (come ad esempio, il singhiozzo nel lattante),
  • reflusso gastroesofageo,
  • rigurgiti e vomito,
  • disturbi del sonno,
  • irritabilità,
  • infezioni ricorrenti delle vie aeree superiori, ad esempio, otiti ricorrenti o sinusiti,
  • torcicollo miogeno congenito,
  • lesioni del plesso brachiale,
  • strabismi.

È importante sottolineare che non sempre l’intervento osteopatico è necessario. Come detto in precedenza, le possibilità di accomodamento della struttura umana sono molteplici, soprattutto nel caso di un essere “in divenire”, come quello di un neonato. Per cui un aiuto osteopatico diviene importante solo nel caso in cui questo adattamento non sia stato possibile.