Mese: Giugno 2017

 

Hpv 9-valente

Arriva in Italia il primo vaccino anti Hpv 9-valente

cattura1All’incirca l’80% delle donne sessualmente attive e il 50% degli uomini ha avuto nel corso della vita un’infezione da virus HPV ( papillomavirus umano), molte delle quali eliminate spontaneamente dal sistema immunitario. Sono queste le ultime stime diffuse dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, percentuali importanti che invitano ad una maggiore attenzione verso le malattie a trasmissione sessuale,  in crescita anche tra i giovani con azioni di sensibilizzazione e nuovi strumenti di prevenzione. Ora  anche in Italia, il vaccino 9-valente, efficace cioè contro 9 ceppi di HPV tra i più pericolosi, indicato sia per i maschi sia per le femmine.

IL NUOVO VACCINO – Rappresenta un’evoluzione rispetto al vaccino quadrivalente e bivalente già esistenti e in uso in Italia, non solo perché garantisce protezione contro 9 tipologie del virus HPV, ovvero i genotipi 6, 11, 16 e 18 (i primi due responsabili dei condilomi mentre gli ultimi due responsabili dello sviluppo di diversi tumori fra cui quello della cervice uterina) e una estensione anche ai ceppi 31, 33, 45, 52 e 52 ritenuti anch’essi ad alto rischio oncogeno – ma anche per l’aumentata efficacia con percentuali pari al 97%. Il nuovo vaccino promette  – rispetto ai due precedenti vaccini – di ridurre ulteriormente del 20% l’insorgenza di tumori dall’HPV e del 50-80% lo sviluppo di possibili lesioni precancerose. Ogni anno in Italia si registrano all’incirca 2.000 nuovi casi di tumori legati all’HPV nei maschi, suddivisi fra carcinomi oro-faringei, ano-rettali e del pene, e 4.400 fra le donne comprendenti tumori dell’oro-faringe, vaginali e della cervice uterina. Non meno preoccupante è la stima diffusa dall’Istituto Superiore di Sanità circa le lesioni precancerose: 80.000 diagnosi annuali di condilomi genitali nei maschi e 130.000 fra le donne.

A CHI SERVE IL VACCINO – Come sempre ai giovanissimi, i più a rischio per la contrazione di malattia a trasmissione sessuale e verso cui oggi si rivolge la tutela per una salute sessuale sana. «La maggiore prevalenza di infezioni da HPV  si riscontra fra i ragazzi di età inferiore ai 25 anni, con l’inizio cioè dell’attività sessuale» spiega la dottssa Garofalo Greta specialista in Ginecologia e Ostetricia «Dunque il momento ideale per la somministrazione del vaccino, a scopo preventivo e protettivo, è fra i 9 e 14 anni di età, prima che cominci una vita sessualmente attiva,in ogni caso è possibile vaccinarsi anche in fasce di età superiori ed è indicata soprattutto in soggetti immunocompromessi ».

Dottssa Garofalo Greta
Specialista in Ginecologia e Ostetricia

La forza del nuovo vaccino. Il vaccino 9-valente – testato in oltre sette studi che hanno coinvolto più di 15.000 persone in 30 Paesi – è un’evoluzione dei due vaccini già disponibili fino ad oggi, il bivalente e il quadrivalente. Quello nuovo aggiunge sette sierotipi per quanto riguarda il vaccino bivalente e cinque sierotipi rispetto al vaccino quadrivalente. “Un aumento di questa portata può ridurre drasticamente i tumori Hpv-correlati” spiega Giancarlo Icardi, referente Gruppo Vaccini della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI). “Già con i due vaccini finora disponibili possiamo prevenire circa il 70% dei tumori della cervice uterina correlati ai sierotipi 16 e 18; aggiungere cinque ulteriori sierotipi aumenta notevolmente la copertura e ci consentirà di prevenire fino al 90% dei tumori da Papillomavirus”. L’ampio spettro di copertura del vaccino 9-valente porterà, inoltre, una riduzione anche delle altre forme tumorali causate dal papillomavirus e anche delle lesioni precancerose con una conseguente riduzione nelle donne degli interventi chirurgici. Il nuovo vaccino 9-valente, infatti, ha un potenziale di prevenzione del 90% per il cancro del collo dell’utero, del 75-85% per le lesioni precancerose, dell’85-90% per il cancro della vulva, dell’80-85% per il cancro della vagina, del 90-95% per il cancro dell’ano e del 90% dei condilomi genitali. Inoltre, ha dimostrato di essere efficace nel prevenire il 97,4% delle lesioni di alto grado della cervice uterina, della vagina, della vulva e dell’ano e dei cancri cervicale, vaginale e vulvare causati dai 5 ulteriori tipi oncogeni di Hpv (31, 33, 45, 52, 58).
Tumori e Hpv. Il tumore al collo dell’utero è causato principalmente dal virus Hpv ed è il quarto tumore più frequente nelle donne nel mondo e il secondo più comune nelle giovani donne (15-44 anni). “In Italia – spiega Giovanni Scambia, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia – l’incidenza del tumore della cervice è in calo grazie ai programmi di screening, pur con differenze territoriali, con un tasso di incidenza di circa 10/100.000. Si stima che ogni anno le donne colpite da questo tumore siano circa 3.000 e ne muoiano circa 1.100. In Italia si stima che, nel corso della propria vita, 1 donna su 162 andrà incontro ad un tumore della cervice ed 1 donna su 129 morirà per questa causa”. Hpv non è solo cancro della cervice uterina, ma anche tumori del basso tratto genitale, vulva, vagina, ano, pene, e tumori del distretto testa-collo. In Italia sono stati stimati circa 1.078 cancri della vulva, 237 cancri della vagina, 457 cancri anali nei maschi e 673 casi di cancro anale/anno nelle donne. A questi dati si aggiungono circa 120.000 nuovi casi ogni anno di lesioni genitali benigne (condilomi), dovuti agli Hpv a basso rischio, in entrambi i sessi.

L’Hpv nei maschi. L’infezione da papillomavirus non colpisce solo le donne. “Come gli altri virus a trasmissione sessuale” spiega Andrea Lenzi, presidente della Società Italiana di Endocrinologia “l’Hpv colpisce in uguale percentuale gli uomini e le donne. Circa il 70% dei soggetti di sesso maschile contrae un’infezione da uno o più ceppi di Hpv durante l’arco della vita. In Italia è stata anche dimostrata una maggiore prevalenza di condilomatosi nel sesso maschile, soprattutto tra i giovani di età inferiore ai 25 anni, con un preoccupante trend in aumento negli ultimi anni”. Ecco perché la vaccinazione anti-Hpv è stata estesa ai maschi adolescenti dal nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019, incluso nei Livelli Essenziali di Assistenza.

L’importanza della prevenzione. L’infezione da Hpv può permanere nel tempo, le lesioni locali possono essere eliminate ma esiste un rischio di recidiva che richiede controlli periodici e a volte la necessità di ‘ritrattamenti’ che creano un forte stress e pesano sulla quotidianità. “Le lesioni, se non trattate, possono evolvere in cancro, e i casi che sfuggono al controllo possono andare incontro a metastasi” dichiara Carmine Pinto, presidente nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica. La sopravvivenza di questi pazienti cambia a seconda della natura e dell’estensione della patologia. “Se siamo in presenza di lesioni precancerose o di carcinomi in situ (non invasivi), questi possono essere asportati e si ottiene la guarigione del paziente anche se c’è un rischio di recidiva. Diversa la sopravvivenza nel caso si tratti di un carcinoma invasivo. Se la malattia è avanzata con metastasi a distanza, purtroppo il paziente non è più guaribile, e la cura è rappresentata dalla chemioterapia” prosegue l’oncologo. Ecco perché la prevenzione è d’obbligo. “Ancora oggi, purtroppo, vediamo donne giovani che non si sottopongono ai programmi di screening per i tumori della cervice uterina, e che sviluppano un tumore metastatizzato. Tutto questo potrà essere eliminato con la prevenzione e con il programma di vaccinazione” conclude Pinto.

Il nuovo programma di vaccinazione. Con il Piano vaccinale 2017-2019 le nuove vaccinazioni, come quella contro l’Hpv, sono state incluse nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza. “Questo garantisce l’applicazione del Piano non a macchia di leopardo, ma in modo equo in tutto il Paese” dichiara Fausto Francia, presidente della SItI. “Inoltre, l’estensione della vaccinazione anti-Hpv anche ai maschi supera un’errata valutazione che la catalogava di fatto come immunizzazione di genere. Infine, nel Piano si chiarisce un altro elemento che in passato ha generato confusione: la vaccinazione serve a combattere tutte le patologie Hpv-correlate, quindi anche i condilomi genitali, la cui riduzione veniva da molti sottovalutata e che invece rappresentano un impegno gravoso per la Sanità Pubblica”.

Quando vaccinarsi. La vaccinazione deve essere somministrata prima di entrare in contatto con il virus per avere la massima protezione possibile. L’età ideale è fra i 9 e 14 anni: in Italia la strategia scelta è la vaccinazione con una somministrazione a 2 dosi fino a 14 anni; con 3 dosi dopo i 14 anni. In Italia attualmente in nove Regioni (Trentino, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna) viene effettuata la vaccinazione universale contro l’Hpv, vaccinando anche il maschio.

I numeri dell’Hpv. Quasi tutte le persone sessualmente attive contraggono il papillomavirus. Il 60-90% delle infezioni da Hpv, incluse quelle da tipi oncogeni, si risolve entro 1-2 anni dal contagio. A volte, però, il sistema immunitario non riesce a eliminarlo: l’infezione si sviluppa in modo quasi sempre silente e nell’arco di circa 5 anni può condurre alla formazione di lesioni precancerose che possono progredire fino a sviluppare il cancro della cervice o altre forme di tumore anogenitale in entrambi i sessi anche a distanza di 20-40 anni. In Italia, si stima che ogni anno l’Hpv sia responsabile di circa 6.500 nuovi casi di tumori in entrambi i sessi, circa 12.000 lesioni anogenitali di alto grado nella donna e circa 80.000 casi di condilomi genitali. Ad esclusione del cancro della cervice uterina, per il quale esiste lo screening, per gli altri tumori non si dispone di un test per la diagnosi precoce e quindi la mortalità è molto elevata in entrambi i sessi.

Pillola contraccettiva: dieci punti per sfatare i luoghi comuni

Pillola contraccettiva1. “La pillola fa venire il cancro”: FALSO.
Importanti studi internazionali hanno anzi evidenziato come l’assunzione del contraccettivo orale protegga dal tumore dell’ovaio, dal tumore del corpo dell’utero e dal tumore del colon retto. In generale, la protezione è proporzionale alla lunghezza del periodo di assunzione: per più tempo si è fatto uso della pillola, maggiore è la riduzione del rischio.
2. “La pillola provoca Tromboembolismo venoso (Tev)”. L’EMA e l’AIFA hanno recentemente confermato che la pillola aumenta il rischio di trombosi venosa, ma l’aumento del rischio è basso in termini numerici (circa 10 volte meno che in gravidanza) e dipende dalla dose e dal tipo di estrogeno presente nel composto e dal tipo di progestinico. Con le pillole che contengono estradiolo i dati di laboratorio dimostrano un rischio molto più basso, anche se mancano i dati epidemiologici. Oggi sappiamo che le complicazioni trombo emboliche sono dovute principalmente al dosaggio dell’estrogeno contenuto nella pillola e probabilmente alla sua struttura molecolare e in minor misura al tipo di progestinico. L’importante è trovare la pillola più indicata a meno di non essere predisposta, di avere una storia familiare di trombosi o di soffrire di malattie della coagulazione; in questi casi la pillola e anche gli altri contraccettivi ormonali non sono indicati (come riportato nel foglietto illustrativo di tutte le pillole).
3. “La pillola toglie il desiderio sessuale”: FALSO.
Una scelta oculata del contraccettivo orale può favorire l’erotismo: alcune componenti della pillola riducono per esempio la secchezza vaginale. Inoltre una sessualità “libera”, scevra dalle preoccupazioni legate al rischio di una gravidanza indesiderata, può essere vissuta in maniera più soddisfacente e appagante.
4. “La pillola non è adatta alle giovanissime”. FALSO.
La pillola, al contrario, è particolarmente indicata per le Teens: i contraccettivi orali per esempio sono efficaci nel ridurre lesioni infiammatorie e non infiammatorie dell’acne facciale. La pillola inoltre inibisce l’attività delle ovaie e ne riduce la produzione di ormoni androgeni. Di conseguenza limita perdita di capelli, seborrea, peluria indesiderata.
5. “Non va bene prendere la pillola in pre-menopausa”. FALSO.
Come già accennato, La pillola contraccettiva protegge dal tumore dell’ovaio e per ogni 5 anni di utilizzo il rischio diminuisce del 20% e tale protezione si mantiene fino a 30 anni dalla sospensione. Spesso il cancro alle ovaie – il cui picco di incidenza è intorno ai 60-65 anni d’età – viene diagnosticato tardivamente a causa dell’assenza di sintomi della fase iniziale: ecco perché la pillola costituisce un’importante opzione preventiva, soprattutto in fase di pre-menopausa.
6. “A lungo andare la pillola può rendere meno fertili”. FALSO.
Quando si desidera una gravidanza, basta smettere di assumere il contraccettivo orale. Il ciclo mestruale tornerà ad avere le stesse caratteristiche “pre-trattamento”. La pillola non causa neppure eventuali malformazioni fetali, né può determinare un aumento degli aborti spontanei. Da evidenziare inoltre che i contraccettivi orali si sono dimostrati un’ottima arma per combattere l’endometriosi, patologia molto diffusa che può provocare infertilità.
7. “La pillola può modificare il mio umore e peggiorarlo”. FALSO.
Recentemente, anzi, alcuni studi hanno evidenziato che i contraccettivi orali possono essere efficaci nel trattare la sindrome premestruale severa (che include ansia, irascibilità, depressione, difficoltà nelle relazioni interpersonali).
8. “L’amenorrea provocata dalla pillola è pericolosa”. FALSO.
Durante il trattamento con la pillola estro-progestinica il rivestimento epiteliale dell’utero è generalmente più sottile rispetto a un normale ciclo ovulatorio. Di conseguenza la perdita mestruale risulta ridotta. La mestruazione, inoltre, può essere eliminata con l’utilizzo di efficaci regimi estesi di contraccezione ormonale. Sebbene a molte donne l’amenorrea non piaccia, è stato dimostrato che essa provoca un beneficio in termini di anemia da carenza di ferro e un minor ricorso a interventi chirurgici. La pillola è la terapia medica dell’endometriosi e potrebbe contribuire a prevenirla.
9. “La pillola fa ingrassare”. FALSO.
Ormai esistono molti tipi di contraccettivi orali, anche naturali. La scelta del giusto contraccettivo, da concordare con il proprio ginecologo, permette di evitare la ritenzione idrica e dunque l’accumulo di grasso indesiderato.
10. “Ho il ciclo mestruale irregolare: non posso prendere la pillola”: FALSO.
Uno degli effetti più noti e bene accettati dalle donne è proprio quello della regolarizzazione del ritmo mestruale “a orologio”. La maggior parte delle donne che assume la pillola sa con esattezza il giorno nel quale si verificherà il suo flusso mestruale.

Dott.ssa Garofalo Greta
Specialista in Ginecologia e Ostetricia

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