Mese: Gennaio 2020

 

Libera dall’HPV con Papilocare

papilocarePapilocare rappresenta la soluzione naturale non invasiva per le donne hpv positive, indicata per il trattamento e la prevenzione delle lesioni indotte da hpv.

L’HPV (Human Papilloma Virus) costituisce una famiglia composta da oltre cento varietà diverse di virus. La maggior parte degli HPV causa lesioni benigne quali  i condilomi o papillomi che interessano le mucose genitali e orali. La maggior parte delle infezioni genitali da HPV regredisce spontaneamente. Una piccola quota invece, se non trattata, può evolvere lentamente verso una forma tumorale. Il tumore del collo dell’utero è infatti quasi sempre correlato alla presenza dell’HPV.

Che cos’è l’infezione da HPV (Papilloma virus)?

L’infezione da Papilloma virus ha effetti molto diversi a seconda del tipo e della famiglia a cui appartiene il ceppo virale con cui si entra in contatto. Generalmente, il virus si replica sfruttando le cellule della cute e delle mucose e promuovendone una crescita eccessiva (iperplasia) che provoca le tipiche formazioni: condilomi e papillomi della cute e delle mucose. I tipi più pericolosi di HPV sono, tuttavia, quelli che provocano lesioni a evolutività maligna nelle vie respiratorie superiori – laringe, faringe, lingua, tonsille, palato, naso – o ai genitali maschili e femminili – glande, pene, scroto per l’uomo, perineo, vagina, utero, cervice uterina per la donna.

Quali sono le cause dell’infezione da HPV (Papilloma virus)?

L’infezione genitale da Papilloma virus umano si trasmette essenzialmente attraverso i rapporti sessuali: è infatti una delle più frequenti malattie sessualmente trasmesse. È ammesso che la trasmissione possa avvenire anche con un contatto fisico, se ci sono cellule virali attive e se sono presenti lacerazioni, tagli o abrasioni nella pelle e/o mucose. Generalmente, le infezioni più pericolose delle vie respiratorie o del cavo orale si trasmettono attraverso il sesso orale, attraverso il contatto, quindi, tra la mucosa e i genitali.

Quali sono i sintomi dell’infezione da HPV (Papilloma virus)?

I sintomi del Papilloma virus umano variano in base al tipo di infezione. Le lesioni genitali (definite condilomi) possono essere localizzate sui genitali esterni, all’interno della vagina, intorno o dentro l’ano e sul perineo (la regione cutanea posta tra la vulva e l’ano). Queste lesioni si manifestano come piccole escrescenze, a volte disposte a grappolo, dalla forma che ricorda quella di un cavolfiore. In altri casi le lesioni sono piatte e tendono a sovrapporsi.
La maggior parte delle lesioni causate da HPV sono asintomatiche. I ceppi di HPV che provocano il cancro nelle zone genitali, non si manifestano invece attraverso i condilomi, ma con modificazioni asintomatiche a carico delle mucose genitali (tipicamente del collo uterino).

Diagnosi 

La diagnosi clinica di infezione da HPV viene eseguita dal medico che rileva la presenza delle tipiche lesioni.
La diagnosi delle alterazioni citologiche e/o istologiche (ossia delle cellule o dei tessuti) provocate dai ceppi di HPV potenzialmente oncogeni, viene invece ottenuta attraverso l’esecuzione del Pap Test o di test appositi per la rilevazione del DNA virale. Se necessario, si effettuano biopsie mirate a carico delle mucose genitali, sotto il controllo di un particolare strumento (il colposcopio) che permette la visualizzazione ingrandita dei tessuti esaminati.

Trattamenti 

È possibile che le lesioni causate da HPV guariscano spontaneamente senza alcun trattamento. È bene sapere però che, anche quando le verruche scompaiono, il virus può essere ancora presente nell’organismo umano.
I condilomi genitali vengono generalmente vaporizzati attraverso la diatermocoagulazione o i trattamenti laser.
Le lesioni precancerose della cervice uterina possono essere trattate con tecnica laser oppure chirurgicamente (conizzazione), permettendo alla donna di mantenere inalterate le capacità riproduttive.

Papilocare

Papilocare è un gel vaginale con una tecnologia unica e comprovata (acido ialuronico, beta glucano e coriolus versicolor in forma di niosoma) che è in grado di penetrare in profondità nella mucosa vaginale e cervicale generando una barriera difensiva, centella asiatica e aloe vera con azione riparatrice, bioecolia ad azione prebiotica, Neem ad azione pro immunitaria. Attraverso questo meccanismo il gel esercita una triplice funzione: modula la risposta immunitaria locale, bilancia il microbiota locale e riepitelizza il tessuto.

Microbiota vaginale e HPV

Il microbiota vaginale è costituito essenzialmente da lattobacilli il cui equilibrio e diversità possono influire sullo stato immunitario locale.Diversi studi dimostrano che alcuni lattobacilli esercitano effetti tossici sulle cellule del cancro cervicale e la deplezione di lattobacilli stessi nel microbiota potrebbe contribuire alla persistenza dell’hpv indicando quindi una probabile interazione tra cellule cervicali e microbiota vaginale.

 

Dott.ssa Garofalo Greta

Specialista in Ginecologia e Ostetricia

TAG: HPV, Papilocare, Papilocare per HPV

Vulvodinia: chi è questa sconosciuta?

La Vulvodinia, o Sindrome VulvoVestibolare (SVV) è una sindrome neuropatica.

Si tratta di un’infiammazione cronica senza apparente causa organica, del vestibolo (porzione di vulva attorno all’introito vaginale, verso il perineo, ovvero la porzione di mucosa che separa la vagina dall’ano, appunto anche chiamata forchetta).

Questa patologia non è così rara: interessa ben il 15% delle donne che si rivolgono per questi disturbi al ginecologo e/o al dermatologo.  E’ ancora una malattia misconosciuta da troppi professionisti della salute.

Spesso c’è confusione in merito a termini e classificazioni, ma soprattutto in merito alla procedura diagnostica.

 

Sintomatologia

Di fatto, proprio perché si tratta di una sindrome, possono essere compresenti vari sintomi ma non necessariamente tutti insieme :

  • bruciore (sentirsi come un mozzicone di sigaretta spento “lì sopra”, o come un

ferro rovente)

  • sensazione di irritazione, di “disepitelizzazione” , come di abrasione
  • una sensazione simile a microtaglietti, fino ad avere visibili ragadi o tagli sulla

mucosa

  • sensazione di secchezza
  • sensazione puntoria (come di spilli), pulsatoria
  • sensazione di tensione e anche di stiramento
  • gonfiore più o meno accentuato alla vulva (“gonfia come un canotto”)
  • vi può anche essere solo un lieve sentore di fastidio

 

Questi sintomi possono essere condensati in un altro termine utilizzato dagli anglosassoni per tale patologia: disestesia ( vulvar dysesthesia ), ove per disestesia si intende un’alterata percezione degli stimoli esterni che in questo caso sono

amplificati e generano una condizione di esasperata ipersensibilità Si tratta cioè di una mucoreattività alterata: percepisci un lieve tocco “come se ti si spegnesse su un mozzicone di sigaretta”, o comunque un forte fastidio.

Si ipotizza che la condizione di flogosi ripetuta possa innescare un perpetuarsi della sintomatologia in assenza della eventuale causa che l’aveva innescata: una candidosi, un’infezione batterica, la stessa cura con ovuli e lavande non adeguate (che danneggiano fortemente il delicato equilibrio dell’ecosistema vaginale ), oppure irritazioni da sostanze chimiche o da componenti meccaniche (traumi, sfregamenti, un coito non lubrificato etc.) cioè tutto ciò che reca un (ripetuto) insulto alla mucosa, un danno tissutale (=un’abrasione dei tessuti, un microtrauma).

 

Diagnosi:

Il test che si effettua per la diagnosi è lo Swab test  che consiste nel toccare con la punta di un cotton fioc  specifici punti del vestibolo, azione che in caso di vestibulodinìa provoca una netta sensazione algica (=dolorosa) e/o di bruciore, comunque sproporzionata.

 

Le cause

Agenti patogeni (candida, infezioni batteriche o virali)

Agenti chimici

1 – L’urina e acida, può essere molto irritante, specie se si è scarsamente idratate.

2 – Saponi soprattutto neutri o basici (la maggioranza in commercio), ma anche l’uso di detergenti intimi (anche se a pH fisiologico), che vanno assolutamente evitati; residui di sapone sulla biancheria intima.

3 – Il cloro delle piscine, il sale del mare.

4 – Sostanze chimiche dei medicinali a uso topico spalmati in loco , anche a seguito di terapie prescritte per il bruciore, quali per es. i cortisonici.

5 – Coloranti dei vestiti.

6 – Moltissimi lubrificanti vaginali

Agenti ormonali

1 – Le fluttuazioni ormonali possono influenzare molto la SVV. Pare assodato che gli estrogeni, per la fase premestruale in cui i sintomi possono peggiorare (ma non è detto), siano in grado di iperattivare i mastociti, i quali liberano sostanze pro infiammatorie in maggior quantità.

Agenti microtraumatici

1 – Laserterapia o DTC: se queste metodiche arrivano a danneggiare il derma, possono causare un danno alle terminazioni nervose responsabili della trasmissione degli impulsi dolorosi.

2 – Un banale rapporto sessuale in assenza di lubrificazione e/o con muscolatura pelvica contratta

3 – Pantaloni con cavallo troppo stretto, che provochino uno sfregamento dei tessuti già infiammati.

4 – Alcune attività sportive, quali bici/cyclette/spinning, equitazione, etc.

 

 

Alla base del circolo vizioso?

Alla base del ciclo vizioso che mantiene la vulvodinìa vi sarebbe una diminuzione della soglia di attivazione dei nocicettori, speciali neuroni con terminali “liberi” presenti nel tessuto connettivo di questo distretto. In presenza di microtraumi o di fenomeni infiammatori anche lievi , alcuni mediatori chimici tissutali ( i.e. sostanze algostimolanti come: istamina, leucotrieni, prostaglandine, bradichinina, serotonina, etc.) possono attivare il sistema nocicettivo, liberando la cosiddetta sostanza P ( P = iniziale del vocabolo inglese pain , “dolore”), noto neurotrasmettitore del dolore. Tale sostanza libera altra istamina, a sua volta algostimolante. Questo sofisticato meccanismo di regolazione del dolore è fisiologico e si verifica in tutti gli individui. Nelle pazienti affette da vulvodinìa la soglia di attivazione del sistema nocicettivo sarebbe invece più bassa, con percezione del dolore anche in presenza di stimoli minimi.

Tutto questo complesso quadro può innescare una nevrite, una neuropatia (=sofferenza delle fibre nervose), cioè un’infiammazione delle piccole fibre nervose che innervano l’area genitale.

L’infiammazione del complesso d’ innervazione anogenitale può essere uno dei fattori di mantenimento del dolore/bruciore e della conseguente contrattura (ipertono) dei muscoli del pavimento pelvico.

 

 

Trattamento

– Integratori (palmitoiletanolamide e ac alfalipoico) con attività antinfiammatoria

– Anestetici locali in crema:anestetici topici in crema, come la lidocaina, possono essere applicati

direttamente in sede vestibolare per alleviare transitoriamente il dolore, soprattutto prima dei rapporti sessuali.

– Farmaci ( e.g. amitriptilina, gabapentin e pregabalin a basse dosi):queste molecole modificano i livelli dei neurotrasmettitori (sostanze chimiche che conducono gli impulsi da un nervo all’altro);

– Elettrostimolazione antalgica TENS : la TENS (acronimo di Transcutaneous Electrical Nerve Stimulator, “stimolatore elettrico transcutaneo dei nervi”) è una metodica terapeutica di applicazione di correnti elettriche a basso voltaggio

attraverso la cute. Viene utilizzata una sonda da inserire in vagina.

– Riabilitazione della muscolatura del pavimento pelvico: la rieducazione al rilassamento di una muscolatura pelvica ipercontratta con presenza di numerosi trigger point può contribuire a ridurre la percezione del

dolore.

– Terapia infiltrativa vestibolare: l’infiltrazione vestibolare di cortisonici associati ad anestetici locali si è dimostrata utile in forme molto localizzate a livello vestibolare. L’infiltrazione porta il farmaco nella sottomucosa.

– Terapie alternative: agopuntura, massaggi,omeopatia, tecniche di rilassamento quali yoga , meditazione, focalizzazione sul respiro.

 

 

                                                                                                                                         Dottssa Garofalo Greta

                                                                                                                              Specialista in Ginecologia e Ostetricia

TAG: Vulvodinia