Mese: Giugno 2020

 

Il dolore pelvico cronico

dolore pelvico

Il dolore pelvico cronico femminile è una condizione fortemente debilitante che altera la qualità di vita delle donne. Si definisce tale quando un dolore continuo o intermittente avvertito al basso addome o alla pelvi dura da più di 6 mesi, comportando disabilità funzionale e limitazione nelle comuni attività quotidiane.

Il dolore pelvico cronico rappresenta una problematica silenziosa diffusa tra le donne; secondo le statistiche colpisce dal 2 al 25 % della popolazione femminile tra i 18 e i 50 anni e rappresenta la causa del 10-40% di tutte le visite ginecologiche con un pesante impatto economico sia sulle spese sanitarie sia sulla perdita di produttività.

Per le caratteristiche di insorgenza e di localizzazione del dolore, talvolta legate alla ciclicità mestruale, spesso si indagano cause di tipo prettamente ginecologico. Tuttavia la complessità dell’anatomia della piccola pelvi, che accoglie gli organi dell’apparato riproduttivo, urinario e gastroenterico, oltre che una infinità di muscoli, legamenti, articolazioni, innervazioni, obbligano il clinico ad una vasta conoscenza di cause di disabilità che sono spesso multifattoriali.

Tra le problematiche ginecologiche le cause più frequenti sono rappresentate dalla dismenorrea ovvero il dolore mestruale che compare solitamente nei primi giorni del ciclo mestruale (causato dalle contrazioni uterine e da mediatori dell’infiammazione) e che spesso si associa a nausea, vomito, diarrea, cefalea, vertigini e senso di spossatezza. La dismenorrea tende a persistere nelle nullipare e a risolversi dopo il parto. In caso di persistenza, la dismenorrea deve far sospettare la presenza di endometriosi che rappresenta una delle più frequenti cause ginecologiche di dolore cronico.
Anche i disturbi infiammatori-infettivi cronici della pelvi (come, ad esempio, endometrite, ascessi tubo-ovarici, salpingiti, peritoniti), spesso complicanza di infezioni a trasmissione sessuale (da gonococco, da clamidia…) misconosciute, trascurate o non adeguatamente trattate, possono essere causa di dolore cronico.
La sindrome da congestione pelvica, fino a non molto tempo attribuita esclusivamente al sesso maschile, può generare dolore che si accentua nella stazione eretta prolungata e che, durante il periodo premestruale, è determinato dalla presenza di vene uterine e ovariche dilatate e prive di tono elastico.
Tra le cause più frequenti di dolore pelvico di origine non ginecologica troviamo: la sindrome dell’intestino irritabile, caratterizzata da dolore addominale ricorrente, alterazioni di frequenza e consistenza dell’alvo in senso stitico o diarroico associate a gonfiore addominale; il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa che fanno parte delle malattie infiammatorie croniche intestinali, differenziandosi per i tratti di intestino interessati, ma entrambe caratterizzate da dolore pelvico associato ad alterazioni della defecazione con perdite di sangue e muco con le feci.
Altre cause di dolore cronico sono le infezioni urinarie ricorrenti (cistiti, uretriti) e la cistite interstiziale. Quest’ultima, in particolare, rappresenta una causa di dolore pelvico la cui origine è ancora misconosciuta e sottostimata (solo il 20% delle cistite interstiziali viene diagnosticato), il cui corredo sintomatologico è caratterizzato da: dolore pelvico e soprapubico, pollachiuria (emissione con elevata frequenza di piccole quantità di urina), urgenza alla minzione, difficoltà ad urinare e ematuria (presenza di sangue nelle urine).
Infine per un corretto inquadramento diagnostico del dolore non si può prescindere dalla valutazione dell’apparato muscolo-scheletrico. Il dolore di origine muscolo-scheletrica ben si differenzia rispetto ad altre possibili cause poiché solitamente non si modifica in correlazione all’andamento del ciclo mestruale, spesso si irradia all’anca e alle cosce ed è accompagnato da una diminuzione del tono muscolare addominale e pelvico.
La persistenza dei sintomi, lo stato di infiammazione cronica e i complessi sistemi di innervazione pelvici multi-organo, giustificano la presenza di quadri clinici complessi e spesso multifattoriali. Per tale ragione, il dolore pelvico cronico richiede in molti casi un processo diagnostico lungo e articolato che procede con l’esclusione delle diverse patologie che lo possono determinare.
In considerazione della complessità e dell’origine multifattoriale della problematica, è opportuno rivolgersi a centri specializzati dove lavorano equipe multidisciplinari adeguatamente formate alla diagnosi e trattamento di questa patologia.
Le terapie comprendono: farmaci (es. farmaci che bloccano la catena infiammatoria, farmaci che innalzano la soglia del dolore, miorilassanti, anestetici locali, antidolorifici), riabilitazione del piano perineale, neuromodulazione, intervento su nervi specifici (es. nervo pudendo), impiego di ultrasuoni, terapia manuale. Possono risultare utili anche altre strategie, come le tecniche di rilassamento, il management dello stress, un approfondimento delle problematiche sessuali e altri approcci rivolti alla sfera psicologica.

Dottssa Garofalo Greta-

Specialista in Ginecologia e Ostetricia

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